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  • Writer's picturebioMIMESIS design

Design biofilico, Città e Campi biofilici

un modello olistico per non estinguerci…


La biofilia è “l'intrinseca propensione umana ad affiliarsi con la natura" (Kellert & Calabrese 2015: 3)

La biofilia sostiene la proposta secondo cui gli ambienti urbani devono essere integrati con la "natura" per motivi di salute psicologica e di adattamento ambientale: un numero crescente di studi scientifici indica che gli esseri umani hanno bisogno del contatto quotidiano con la natura per essere produttivi e sani, si sono evoluti come parte della natura e sono interdipendenti e interconnessi con essa e con altre forme di vita (Beatley, 2011).

Come rendere le nostre città e i nostri territori più sani, accoglienti e più ospitali in un pianeta a rischio di catastrofi ambientali e epidemie? Come convivere in una condizione crescente di etnie, culture e bisogni? Oggigiorno è estremamente urgente concentrarsi sul miglioramento della qualità dei quartieri con spazi aperti e verdi dove le persone possono camminare, interagire e connettersi, con adeguate misure di sicurezza, per migliorare le loro condizioni fisiche e mentali. L'obiettivo finale di politici, cittadini e degli abitanti delle aree soggette a incendi o inondazioni, dovrebbe essere quello di migliorare la resilienza della comunità.


"Più il nostro mondo funziona come il mondo naturale, più possibilità abbiamo di sopravvivere in questa casa che è nostra, ma non solo nostra" ~ J.Benyus.

A BioMIMESIS design abbiamo messo in pratica l'ipotesi della biofilia su scala urbana e peri-urbana, proponendo un nuovo modello di "comunità resiliente" che integra elementi biofilici (insieme ai principi di biomimetica e permacultura).

Comprendendo come funzionano i sistemi naturali, come tutte le cose sono correlate e interdipendenti e come interagiscono tra loro, possiamo creare "Sistemi urbani persuasivi", (Stibe, A. and Larson, K., 2016), che riflettono le proprietà dei sistemi naturali - sostenibili, energicamente efficienti, armoniosi e positivi. Siamo in grado di progettare sistemi di produzione alimentare, comunità intenzionali, aziende bio-ispirate o qualsiasi altro sistema umano in modo più sostenibile. Inoltre, e' ora riconosciuto dai governi di tutto il mondo che creare legami forti e un sostegno reciproco tra le aree rurali e urbane è la chiave per raggiungere uno sviluppo intelligente, circolare e inclusivo per un mondo sostenibile.

bioMIMESIS design è uno studio e start-up innovativa incentrata sullo sviluppo di “Living Lab" (e.coCamps) basati su comunità, sistemi abitativi e di mobilità che emulano la vita stessa salvaguardando il territorio e l'ambiente. Facendo riferimento ai principi biologici ed ecologici, il progetto “freeDOME” è finalizzato alla riqualificazione e al collegamento di spazi urbani, peri-urbani e/o rurali sottoutilizzati, attraverso un sistema intelligente integrato che si basa su Pods e Campus autonomi in cui le persone possono connettersi e condividere, coltivare il proprio cibo e sviluppare un nuovo stile di vita più inclusivo, sano, attivo e sostenibile. Questo sistema ridurrà il traffico da e verso i centri urbani, il consumo di carburante, acqua, energia e suolo, quindi la nostra impronta ambientale. Il progetto opera su due fronti per promuovere una dimensione tecnologica sostenibile verso un modello di habitat non fragile e integrato:


- Tramite lo sviluppo di un "bioPod" completamente autosufficiente (una soluzione di mobilità lenta e intelligente sotto forma di un ‘bioGuscio’ di vita e lavoro per i millennial e “nuovi nomadi", completamente off-grid ed in grado di produrre la propria energia, a supporto di uno stile di vita flessibile e altamente integrato e connesso). I gusci, definiti “freeDOME bio(mimetic)Pods”, funzioneranno come una soluzione intelligente e verde per l'alloggio, il lavoro e il pendolarismo, facilitando la mobilità interna e l'integrazione sostenibile tra persone, habitat naturali e umani.



freeDOME biopod. C 2015 Serena Fiorelli

- Attraverso la definizione di un progetto pilota integrato, adattabile e scalabile "FreeDOME bio(Philic)Camp" come nuova soluzione per il recupero ecologico e sociale di zone urbane, suburbane o rurali altrimenti abbandonate, fragili o sottoutilizzate, in modo resiliente, flessibile e inclusivo e il loro collegamento in rete. I campus serviranno come “fattorie autosufficienti” per ospitare i pod autonomi e si distingueranno per la loro elevata connettività, accessibilità e caratteristiche rispettose dell’ambiente.. Per un collegamento urbano-rurale, immaginiamo 2 diversi modelli di Camps: gli “Agri-camps" rappresenteranno "hubs a cielo aperto" in cui gli individui, attraverso il loro "bio-guscio", saranno in grado di lavorare o studiare a distanza, riducendo il traffico e le emissioni e allo stesso tempo impareranno ad essere autosufficienti collaborando con l'ecosistema. Gli "Urban camps", visti come quartieri di condivisione più intelligenti per la vita dei millennial del 21 ° secolo, sono anche considerati come nuovi motori di trasformazione urbana, che renderanno una nuova cultura dell'uso del territorio e della gentrificazione per fondersi perfettamente all'interno del denso tessuto urbano. Agendo come motori per PED (distretti energetici positivi), dovrebbero essere posizionati a 20 minuti di distanza a piedi ed essere collegati con i campi suburbani e rurali attraverso greenway o "corridoi ecologici” per biciclette e pod.


"FreeDOME è un progetto olistico che attraverso principi ecologici e biologici emula la natura e le antiche civiltà per spostare il nostro impatto da distruttivo a rigenerativo. Il bioCamp è un "Living Lab" semi-naomade dove i giovani adulti, in sinergia tra loro e con la natura, imparano a vivere in modo più sostenibile, sano e connesso, proteggendo nel contempo l’ambiente.”


freeDOME bioPHILIC urban camp. Rendering: High Park, Toronto. C 2015 Serena Fiorelli

In questo moderno mondo digitale, in cui tutte le attività si muovono online e richiede meno spazio, "freeDOME è il luogo in cui natura e umanità coesistono in armonia attraverso un uso più intelligente della tecnologia".


La ricerca e il progetto sono stati sviluppati tra l'Italia, dove il design automobilistico e il design "Made in Italy" in generale hanno rappresentato l'identità nazionale dell’ultimo secolo, e l'Australia, dove la cultura aborigena semi nomade, il loro rapporto con la terra e il territorio esteso e selvaggio, favoriscono perfettamente l'ipotesi di nuove forme di "comunità semi nomadi e resilienti”.


‘occorre fare un passo indietro per progredire, domani 'sarà meno.'


Serena Fiorelli - BioMIMESIS Design





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